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Repubblica Haitiana

Mission
la Repubblica Haitiana
Repiblik d'Ayiti
République d'Haïti
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 Haiti
L'altra parte dell'Isola Hispaniola, la Repubblica Dominicana, la condivide con Haiti, un Paese riconosciuto purtroppo, come uno dei piú poveri al mondo. Con un numero di abitanti poco inferiore ai vicini domenicani, Haiti, ha circa undici milioni di abitanti, viene considerato il paese più povero dell’America Latina dove oltre il 60% delle persone vive sotto la soglia di indigenza, inoltre, patisce da decenni atavici problemi politico-sociali. Haiti ha il reddito pro capite più basso dell'intero emisfero occidentale ed è il paese più povero delle Americhe.
Haiti, ufficialmente Repubblica di Haiti (in creolo haitiano, Repiblik d'Ayiti; in francese, République d'Haïti), è un paese americano situato sul lato ovest dell' isola Hispaniola; È uno dei tredici Stati che compongono l'America Insulare, Antille o Isole del Mar dei Caraibi. La sua capitale e città più popolosa, è Port-au-Prince. Haiti si distingue per essere stata la prima "repubblica nera al mondo" diventando indipendente nel 1804 dopo una rivoluzione mossa contro i francesi iniziata nel 1791. Oggi purtroppo, si distingue per essere il paese più povero d'America.
Circa il 70% degli haitiani dipende dall'agricoltura, che consiste principalmente in un'agricoltura di sussistenza su piccola scala e impiega circa i due terzi della popolazione economicamente attiva.
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Seppur Haiti, ha un disperato bisogno di aiuti continui e, paradossalmente definito la Repubblica delle ONG, arrivate copiose dopo il disastroso terremoto del 2010 (oggi sparite quasi completamente), con tutta la chiarezza possibile, come Associazione di Volontari ABBRACCI INFINITI ODV, dobbiamo obiettivamente dichiarare che al momento, non e' neppure pensabile di avviare un Centro come quello in corso in Repubblica Dominicana. Soltanto un numero esiguo delle grandi Organizzazioni presenti in Haiti, che contano con una sicurezza privata (armata) per proteggere i propri operatori, restano attive nel territorio. Purtroppo la situazione sociale versa a sfavore di una qualsiasi possibilità d’intervento diretto di volontariato, visto che esiste un serio pericolo per tutti gli stranieri che entrano nel territorio senza una dovuta scorta per la sicurezza.
Sono all’ordine del giorno malattie, denutrizione, cicloni periodici, violenza e ultimamente anche i rapimenti, che non colpiscono solo i ricchi ma tutti gli strati della popolazione; le bande specializzate si accontentano anche di riscatti limitati e rapiscono bambini, religiosi, piccoli commercianti o chiunque ritengano possa avere qualcuno che paghi per la loro liberazione. Scontrarsi con una realtà che riporta nelle cronache come vere bande armate dettano legge in Haiti.

Per certo, il nostro pensiero e’ quello di provvedere anche Haiti con un Centro Solidale gemello di quello Dominicano. Non appena si porranno le condizioni per una garanzia minima, penseremo ad attivarci. Per ora dobbiamo lasciarlo come un pensiero che rimane coscienziosamente, come una meta da raggiungere in futuro.
A sigillo su quanto affermato, riportiamo uno stralcio delle indicazioni che il sito della Farnesina, riporta la pericolosità su Haiti. https://www.viaggiaresicuri.it/country/HTI
Indicazioni generali, ordine pubblico e criminalità - Nelle attuali circostanze, che continuano ad essere caratterizzate da persistente ed accentuata volatilità, si sconsigliano viaggi ad Haiti, salvo motivi di effettiva ed improrogabile necessità.
La situazione di sicurezza ad Haiti è tesa e instabile. Il Presidente della Repubblica, Jovenel Moise è stato assassinato nella sua abitazione il 7 luglio 2021. Gruppi violenti e armati erigono regolarmente barricate nelle città del Paese e compiono atti di violenza contro persone e veicoli, anche in alcune zone della capitale. Si registrano furti, borseggi, rapine. Sono sempre più frequenti i casi di sequestro a scopo di estorsione, in particolare a danno di imprenditori e uomini d’affari stranieri, ed altri episodi riconducibili all’azione di gruppi criminali, anche a Port-au Prince e dintorni. Il 17 ottobre 2021, un gruppo di diciassette (17) missionari, di cui sedici statunitensi e un canadese, inclusi donne e bambini, è stato sequestrato ad Haiti, in una località a pochi chilometri dalla capitale Port-au-Prince, dove avevano visitato un orfanotrofio. Secondo quanto riportato dalle fonti stampa, il rapimento sarebbe opera di una gang locale, tra le principali organizzazioni criminali haitiane responsabili dell'aumento di sequestri di cittadini stranieri nel Paese.

Terminiamo riportando parti di Articoli d’interesse esistenti in rete.


Dall'articolo "Ricostruire Haiti: la strada per la ripresa dal terremoto" datato 15 febbraio 2022, riportiamo:
Nel Paese noto come la 'repubblica delle ONG' sono arrivate molte altre organizzazioni per far fronte all'emergenza, le agenzie umanitarie dell'Onu e la stessa comunità internazionale hanno iniziato a raccogliere fondi per intraprendere la ricostruzione. Due anni dopo, nemmeno il presidente, Michel Martelly, sa in cosa siano state investite le prime spedizioni dei 4.600 milioni di dollari (più di 3.600 milioni di euro) promessi dai Paesi. Disorganizzazione, mancanza di coordinamento, opportunismo (in alcuni casi) e cattiva gestione sono stati i grandi nemici del tentativo di riparare questa catastrofe.


VATICAN NEWS (stralci)
Haiti, il grido di un Paese sull’orlo del baratro - 29 dicembre 2021 -
Omicidi, atti di guerriglia, rapimenti, violenze, sono sempre più all’ordine del giorno. La testimonianza di suor Marcella Catozza: “La gente ha paura anche di uscire di casa. La causa di tanto dolore è l’estrema povertà nella quale versa la popolazione, abbandonata da tutti”. Natale doloroso: molte le chiese semivuote e feste in piazza cancellate.
Manca tutto, perfino l’acqua
“Questa notizia ha fatto il giro del mondo ma nessuno ha acceso i riflettori sul vero dramma: la moltitudine di affamati che per sopravvivere, a colpi di martello, cerca di saccheggiare un po’ di carburante rischiando la vita” denuncia suor Marcella.
La straordinaria resilienza degli haitiani
Ma nel buio di tanta devastazione, brilla la capacità di rialzarsi di questo popolano: "Haiti vanta una popolazione meravigliosa - conclude Mariavittoria Rava-: è composta di tantissimi giovani che hanno una grande voglia di fare. Ragazzi che vengono dalla strada, che da potenziali delinquenti, sono diventato medici, infermieri, piccoli imprenditori che producono pannelli solari, pane, pasta, che coltivano alberi da frutto. È un Paese che merita finalmente pace e ordine, anche con un intervento dall'esterno che dia sostegno concreto. Noi ci saremo sempre".

Il Governo haitiano maschera la povertà
Una donna e una ragazza portano l'acqua lungo una strada vicino a una parte dipinta del quartiere Jalousie a Port-au-Prince. Credito: HGW/Marc Schindler Saint Val.
Rosa, verde, blu, rosso. Da lontano, le migliaia di case dai colori sgargianti sembrano un dipinto. Ma da lì non si vedono le sofferenze ei pericoli che minacciano i residenti del quartiere Jalousie nella capitale di Haiti.
Jalousie, uno dei tanti quartieri affollati e informali che circondano la capitale haitiana, non dispone di acqua né di servizi igienici. Secondo uno studio dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura (Unesco), le dimensioni delle case variano dagli otto ai 30 metri quadrati e la densità di popolazione può raggiungere i 1.800 abitanti per ettaro.


Port-au-Prince, la capitale di Haiti, capitale di violenza e miseria, avvolta da fumo e polvere. Questa è la città in cui stanno tornando migliaia di haitiani deportati dagli Stati Uniti.
Immondizia puzzolente si accumula nelle strade. La sensazione di abbandono in alcuni quartieri passa in secondo piano in altri, dove regnano le bande armate (un centinaio in città) e prevale la paura.


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